Mercato a due velocità per i mutui in questo inizio 2023. Da un lato, secondo il Barometro Crif, abbiamo la contrazione delle richieste di nuovi mutui immobiliari e surroghe che perdura ormai da un anno e che fa segnare nel mese di gennaio un complessivo -22,8%. I nuovi mutui erogati registrano invece una flessione ancora modesta, precisamente del -2,4%, se consideriamo l’impennata dei tassi di interesse di questi ultimi mesi. Nel mese di gennaio 2023 continua invece a crescere l’importo medio dei mutui richiesti che segna un +3%, attestandosi a 147.319 euro, cifra record degli ultimi 10 anni.
Il mercato dei mutui resiste all’aumento dei tassi
“A livello generale questo inizio d’anno mostra una domanda di credito resiliente agli scossoni macroeconomici, anche se gli elementi di incertezza risultano ancora molteplici, – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. – Da un lato abbiamo infatti le ripercussioni geopolitiche del conflitto russo-ucraino, dall’altro una pressione inflattiva galoppante che mina il potere d’acquisto delle famiglie. Cartina di tornasole di questo contesto incerto sono proprio i tassi variabili dei mutui che ad oggi sono da considerarsi uno degli investimenti più onerosi per le famiglie, l’Euribor è infatti salito al 2,57% e l’Eurirs a 30 anni al 2,37%. Si prevede, pertanto, che nei prossimi mesi, complice la ‘Manovra Mutui’, la surroga ritornerà ad essere uno strumento importante per tutti quei consumatori interessati a bloccare la fluttuazione della rata mensile per la durata residua del finanziamento” .
Mutui a tasso variabile, cosa succederà con la legge di Bilancio
Dopo la stretta della Banca Centrale Europea che ha innalzato i tassi di interesse, la cosiddetta “Manovra Mutui”, inserita dal Governo all’interno della Legge di Bilancio 2023, mira a fungere da strumento correttivo per dare sollievo alle famiglie. Nello specifico, la Manovra prevede la possibilità per l’intestatario di un mutuo immobiliare a tasso variabile di rinegoziarlo e passare a un tasso fisso se si verificano le seguenti condizioni: tasso variabile per un importo iniziale finanziato inferiore ai 200.000 Euro e una durata residua – all’atto della richiesta – inferiore ai 25 anni, a cui si somma un ISEE inferiore ai 35.000 Euro e uno storico regolare dei pagamenti delle rate.
Domanda potenziale di mutui a tasso variabile in Italia
Dall’analisi CRIF sul proprio patrimonio informativo emerge che i mutui ipotecari a tasso variabile che rispecchiano le caratteristiche indicate nella Manovra e sono potenzialmente eleggibili alla rinegoziazione sono circa 300.000. Nello specifico, il bacino potenziale che emerge dall’analisi mostra che il 60% dei mutui a tasso variabile ha un numero residuo di rate superiore a 120 e il 45% del totale ha un importo residuo superiore a 80 mila euro. L’incidenza maggiore dei potenziali richiedenti risiede in Lombardia (24,8%), a seguire il Veneto (10,7%) e di poco inferiore l’Emilia-Romagna (9,9%).
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